Ogni giorno tutto il mondo si popola per via delle dinamiche degli esseri viventi.
Quello che ci costringe forzatamente a fermarci è l’attesa, che sia un treno da aspettare o un’amore o una lettera o un ambulatorio medico, è necessario attendere. Oggi siamo chiusi in casa da due mesi, per una pandemia mondiale del virus Covid19 e dobbiamo essere prudenti, non uscire se non è necessario, muniti di mascherina e guanti e disinfettante e aspettare che sia finita, dobbiamo attenerci alle regole imposte dalla Sanità per non morire di coronavirus. Quando si dice “Ingannare l’Attesa”, si parla di un tempo sospeso dove si sospende la vita precedente per inventarne una nuova, che ci costringe in casa con i familiari da rivalutare, si ha tempo di ricordare il passato, un presente scomodo e un futuro carico di domande, ma anche con dei progetti. L’attesa va ingannata col fare: si leggono libri, si lavora nel bricolage, si cucina, si ascolta una musica o la tv, ma la tensione d’attesa resta come legati a una corda con la voglia di scappare. Necessita aspettare! Anche gli animali aspettano padroni che non torneranno a prenderli o padroni che li amano, oppure aspettano per avere del cibo, viceversa l’uomo può scegliere di aspettare o non aspettare. Il tema dell’ attesa nell’arte, mette in evidenza tutti questi aspetti del nostro vivere quotidiano, fin dall’antichità gli artisti hanno creato opere con personaggi in attesa, ad esempio nelle pitture murali a Pompei ci sono personaggi fuori dall’uscio di casa ad aspettare qualcuno o come nei bar del pittore americano Hopper, ma la prima figura archetipica dell’attesa penso sia la madre, l’iniziatrice di tutte le attese, dato che aspetta pazientemente la nascita di un figlio per nove mesi e ha fondato la grande emozione del Natale. L’essere umano in tutte le età della sua vita conosce bene lo stato di attesa fino alla fine. Per me l’attesa è stata una fonte di ispirazione continua, in questo stato mi sento calata in un tempo parallelo alla realtà dove tutto sembra fermo, incantato, dove il corpo sembra agire autonomamente, mentre la mente crea conflitto e scalpita perchè vorrebbe la fine dell’attesa e il ritorno alla tua centralità assieme a una sorta di rinascita . Perciò ho prodotto molto materiale artistico sul vasto tema dell’attesa, come persone alla finestra o al balcone che guardano l’orizzonte o che osservano i cieli pieni di stelle, tramonti, che aspettano un lavoro, un figlio, un fratello, una nave, un treno, un aereo, che finisca una guerra, aspettano che finisca la scuola, le vacanze, dei soldi, aspettano di avere finalmente una casa, un amore, una famiglia. Gli artisti sanno che l’attesa è una condizione umana indispensabile perchè l’uomo pensi prima di agire e per questo deve fermarsi e attendere.
Mi piacerebbe fare un quadro dal titolo “L’attesa Ingannata.”
Chiara Duzzi
Pessano, 7 maggio 2020
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